Biografia

Patrizia Riscica è nata a Padova da padre siciliano e madre di origine austriaca.
Il padre ha avuto come sua ultima sede di lavoro Treviso, dove la famiglia è rimasta ad abitare. Ha frequentato il Liceo Scientifico e si è iscritta poi alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova e si è laureata nel 1978. Dopo una parentesi ospedaliera, ha lavorato presso un Servizio per le Dipendenze, ora è in pensione, ma continua ad occuparsi di progetti di prevenzione in collaborazione con associazioni. È sposata ha due figli maschi ed è nonna di un bimbo di due anni.
Patrizia Riscica ha scritto poesia fin da piccola, quasi un destino e una passione incisi nel suo DNA, un modo di vivere che l’accompagna da sempre, un universo parallelo che scorre ineluttabile accanto al suo quotidiano.
Nel 2004 è uscita la prima opera “Così su due piedi” Edizioni Montedit. Seguita poi nel 2007 “Immagini Capovolte” Edizioni del Leone. Nel 2010 ha pubblicato “Un corpo dopo l’altro” Edizioni del Leone, dove si sperimenta con un’innovativa opera creativa di versi e fotografie, in collaborazione con la fotografa Giovanna Gatto. Da quest'ultimo testo è stato tratto uno spettacolo di poesia e teatro danza, con Valentina Vettor, Silvia Bugno e Domenico Santonicola.
Nel 2013 esce “Dialoghi imperfetti” (Biblioteca dei Leoni, prefazione di Paolo Ruffilli, copertina di Beppe Mora), da cui è stata tratta una piccola performance teatrale, rappresentata tra l’altro presso PadovaExpo Libri 2014 e all’edizione di Libri in Cantina (castello di Susegana) dello stesso anno. È presente come autore nell’Antologia Glocalizzati, AA.VV. a cura di Ivan Pozzoni (deComporre Edizioni, 2014). Ha pubblicato suoi testi con la Casa Editrice Limina Mentis di Lorena Panzeri, a cura di I.v.a.n. Project, nelle antologie poetiche: Chorastikà (2015), XXX (2016), Dieci Anni (2017), Pagine Bianche (2018). Ha collaborato come autore alla pubblicazione della raccolta d’immagini e poesie #panchina di Gianna Piovesan, (Grafiche Antiga, 2015). Nella raccolta di poesie Dry Petals di Giuseppe Masucci, (LightningSource Ltd Milton, 2017) compaiono quattro sue poesie tradotte in inglese, tra le quali Mother-Daughther.
Nel 2018 Ha pubblicato “Andar Per versi”, copertina di Beppe Mora, che, in continuazione ai testi precedenti, propone una ricerca che attraversa alcuni temi della vita, con una lettura inevitabilmente fatta con uno sguardo femminile.

"La poesia",  foto di Giovanna Gatto

Nota dell’autrice:

Le notizie sulla vita di un poeta, peraltro dovute per onorare l’usuale prassi delle biobibliografie, destano generalmente più curiosità o noia che comprensione dell’opera. Sono sicuramente poco utili per avvicinarsi alla poesia, perché la poesia insegue una sua biografia, che quasi sempre è diversa da quella dell’autore.
A volte chi legge tende a frugare tra i versi alla ricerca dell’esperienza dell’ autore, del collegamento con la sua vita, con l’idea di poter afferrare meglio il significato.
Invano, perché scrivere è si pratica di vita, ma è soprattutto ricerca dell’universale.
I versi allora diventano veri e falsi, sono contemporaneamente autobiografia e fantasia.
Leggere poesie diventa invece un’ avventura unica se ci si abbandona ai versi, ascoltandoli come se fossero sottofondo e contemporaneamente interpreti delle nostre emozioni.
Una musica creata dall’ascolto stesso.
Così la poesia si fa biografia di ognuno, si fa trasformista e genera un senso sempre diverso, mentre la storia dell’autore perde significato, lentamente sfuma, diventando quasi superflua...